RICORDI IN RIME E LE MIE POESIE
Presentazione libri poesie "Ricordi in Rime" e "Le Mie Poesie" |
In Sogno
Con Mamma andavo sempre al camposanto
portava i fiori al nonno e alla zia
Betta
Io gli chiedevo sempre: e questa
accanto?
Questa è la Gianna, la mamma di Loretta.
Mamma perché quassù c’è tanta gente?
Lei mi guardava, mi accarezzava, e poi…
diceva: questi son tutti in cielo con
l’onnipotente
… Mamma ti prego, resta qui con noi.
Poi ho capito che la sorte è quella
nessuno può nascondersi al destino
la nostra meta è là, dov’è una
stella
si affaccia in cielo e ti fa
l’occhiolino
Andavo al camposanto sempre a sera
là infondo c’era Mamma, mi aspettava
le solite due rose e poi… una preghiera
per un momento l’ansia mi passava.
Un giorno son passato di mattina…
riuniti a cerchio attorno ad un altare:
papà, la mamma, nonno e nonna Lina
tutti in ginocchio insieme lì a pregare.
C’era una luce intensa, mi abbagliava
un forte odor di rose e gelsomini
c’era altra gente intorno che suonava
era un complesso d’Archi e di
Violini.
Volevo anch’io pregar, cantar con loro
volevo avvicinarmi a quel gruppetto
ma delle voci mì dissero in coro
non puoi entrare, è un logo di rispetto.
Svanisce tutto quando il primo sole
entrò dalla finestra e mi ha svegliato
avevo a mille i battiti del cuore
negli occhi ancora il sogno
appena andato.
Il
Vento
La mietitura
Si vede alla finestra un lumicino
l’aria che passa è fresca e profumata
spunta nell’aia un mite contadino
con
barba incolta e chioma spettinata.
scuote la testa, ma già la falce ha in
mano
lo aspettano le messi dalla chioma d’orata,
sognava
questo giorno, da quel dì lontano
quando mise il seme, nella terra arata.
Con passo svelto e tanta voglia in cuore
si avvia deciso sul campo di battaglia
è ancora l’alba, prima che spunti il sole
trasformerà le messi, in covoni di paglia.
Tramonta il sole e il giorno sta finendo
felice è il contadino, pieno d’orgoglio ha il cuore
guarda
il grano mietuto tutto intorno
si
asciuga con la mano, dalla fronte il sudore.
La Fontana
Quanti ricordi intorno a sta fontana
specie d’estate quando l’acqua era
poca
c’era sempre la gente in fila indiana
l’ultimo secchio, serve per la cuoca.
Per dirla tutta e dirla più sincera
prendere la secchia e andare al
fontanile
era la scusa per veder chi c’era
e far sicuramente tante file.
Ormai questo sistema si è esaurito
non si corteggia più, non c’è più scopo
con un messaggio il gioco è già finito
si pensa solo all’oggi e non al dopo.
Fiumana Bella
Quando al mattino il sol colpiva il Giovo
sentivi il clacson della Fiumana
Bella
la prima corsa, Magliano - Castelnuovo
era importante, c’era solo quella.
Tirati a festa, con in man la
borsa
erano già schierati alla fermata
salivan sul postale un po’ di corsa
cessava l’ansia, la festa era
iniziata.
C’era al volante un saggio conducente
conosceva a memoria quel percorso
un nome una certezza per la gente
era Micheli, l’eroico capitan di lungo corso.
Negli anni successivi sono arrivati
altri guerrieri al posto di comando
con mezzi più moderni e più avanzati
hanno segnato un’epoca nel mondo.
Voglio citar dei nomi a me presenti
che in Garfagnana hanno lasciato un
mito
dopo Micheli, Rocchiccioli, Marini e
Vanni
c’era Fellino Boni, un grande ardito.
Il
Vento
Te, che sfiori le
vette con dolcezza.
Te, che sfiorando
l’acqua crei le onde.
Passi sull’erba,
raccogli la freschezza
accarezzi la chioma
a fiori e fronde.
Porti con te le
foglie ormai seccate
porti con te la
vita e la sventura
lasci spoglie le
siepi e le vallate
porti la brezza e
opprimi la calura.
Dai gioia ai
regatanti nella Rada
fai volteggiare in
cielo gli aquiloni
rendi felici i
bimbi nella strada
fai sfarfallar le
tende dai balconi.
Sei sbarazzino…, a
volte altero
se hai voglia di
giocar, trovi il sistema
sei misterioso,
incerto e non sincero
quando sei in giro
te, la gente trema.
Sei strano, stravagante e pazzerello
fai quello che ti
impone la natura
sei quello che
decide il brutto e il bello
e delle volte sai!… Metti paura.
. La Coscienza
Chi dice che col tempo si cancella
quello che nella vita hai realizzato
nega l’essenza, racconta una storiella,
la verità sta scritta nel tuo passato.
Nell’intimo rimane impresso a fuoco
nessuno riuscirà più a cancellare
lo sguardo, il sentimento e il fine gioco
resta dentro di te, per farti ricordare.
La mente è la cassetta dei ricordi
quel che ci metti, resta lì celato
guardi dall’altra parte? Eviti sguardi?
Ma poi devi dar conto al tuo passato.
Sei solo, ti rassegni, ma non basta
quello che manca è l’essere, il
calore
ti lascia al buio con un peso in testa
vivi
soltanto… perché, ti batte il cuore.
La Nonna
C’è un piccolo chiarore sotto la cappa
vicino c’è la nonna, racconta un storiella
noi tutti intorno con le dita in bocca
intenti ad ascoltare, quanto è bella.
la nonna proseguì nel suo cammino,
raggiunse i Più, del mondo senza inganni
la sedia è vuota, là sotto al camino
noi siam cresciuti, siam diventati grandi.
la cappa non c’è più, c’è un buco nero
il tempo ha cancellato, resta il sogno
la nonna sta laggiù nel cimitero
prosegue con il nonno il lungo sonno.
Questo
ricordo, è fisso nella mente
penso che sia così, per noi mortali
senza memoria il mondo non è niente
un giorno dopo l’altro, tutti uguali.
Bisogna darne vanto a chi ha lasciato
in quello spazio, c’è tanta saggezza,
c’è il sacrificio ed il sudor versato,
l’orgoglio e l’umiltà, la giovinezza
La Nevicata
Il Nonno
La Nevicata
Cade la neve senza far rumore,
e nel silenzio stende il suo mantello.
Scende la sera e come un tuffo al cuore,
cancella con il buio il bianco vello.
Tutti silenti intorno al focolare,
leggendo una missiva o una novella
come si sta davanti ad un altare,
mentre si spegne l’ultima fiammella.
La neve cade ancora lenta, lenta,
mentre la gente sogna e si riposa.
Arriva il vento e
porta la tormenta
dando al risveglio un’alba turbinosa.
Il tramonto
Osservo il sole che
sta tramontando.
Osservo l’ombra che
avanza con fermezza.
Osservo il cielo che
si sta oscurando,
sento che vien la
sera, che tristezza.
Sento i rintocchi
dell’Ave Maria.
Sento nell’aria
l’odore dell’incenso.
Sento il rumor dei
passi nella via
del contadino stanco,
ma contento.
il sole è tramontato,
la notte impera
tutti riuniti intorno
al focolare
per ringraziare il
ciel con la preghiera.
Il Temporale Estivo
Nell’aria c’era odor di terra bagna
le nubi turbinavano nel cielo
oscura era la valle e la montagna
pregava silenziosa, la nonna sotto al
velo.
Soffiava il vento, le piante contorceva
di lampi e di saette un gran bagliore
la calda estate, senza pietà lasciava
sogni e ricordi racchiusi in fondo al
cuore.
Gli uccelli migratori a più riprese
volavano veloci verso il mare
una fiammella timida si accese
tornò il calore intorno al focolare.
Pin, piano la tempesta si allontana
nella campagna, il segno lo ha lasciato
incredula la gente, guarda strana
ringrazia
il cielo, ormai il peggio è passato.
Le Zampogne
Entra dalla finestra un suono strano
la melodia trascina, inebria il cuore
e
nella nebbia assume un tono arcano
risveglia il sentimento e torna il buon
umore.
Fioca è la luce accesa nel Presepe
illumina la grotta fredda e brulla
nell’angolo scintilla un grosso abete
dorme tranquillo il Bimbo nella culla
.
La
notte si rischiara, di luci e di colore
le
ninna nanne antiche, si sentono lontane
le pive e le zampogne cantan lode al Signore
e nella valle echeggia, il suon delle
campane.
L’odore
dell’incenso, ti inebria e poi si espande
nel cielo la cometa, emette il suo
bagliore
esultano i pastori, nel mondo è festa
grande
questa è la notte Santa, è nato il
Redentore
Il Nonno
Le mani son del Nonno, sono certo
son
mani esperte, son piene di bravura
le vedo sempre lavorar nell’orto
potare il melo, la vigna con gran cura.
Ogni mattina scende nel vialetto
passa lungo la siepe e osserva
attentamente
se qualche ciuffo d’erba od un
rametto
si sia spostato senza dirgli niente.
Nell’orto non si scherza, è maniacale
pota
il roseto, annaffia vasi e aiuole,
devono crescer, leggendo il suo labiale.
la libertà completa, la lascia al girasole.
Spesso si ferma, si guarda attorno e tace.
Si tocca il mento, la barba si accarezza,
si volta verso il cielo, si segna con la
croce
scuote la testa e dice: Gesù…quanta
bellezza.
Spesso s’indigna, impreca e poi minaccia,
l’erba dannosa, l’ortica e la gramigna
devo estirparvi e cancellar la traccia,
tenervi nel giardino è mia vergogna.
L’anno è passato in fretta, torna la
primavera
e d’erba e fiori si è già riempito l’orto,
l’ortica e la gramigna invadono la
fioriera
e tornano padrone del giardino…il nonno è
morto.
La
natura
Cinguetta un passerotto sul ciliegio
fra l’erba un grillo canta
spensierato
c’è l’armonia festosa del collegio
giocano allegri i bimbi giù nel
prato.
Il vento porta l’eco delle fronde,
porta il profumo dolce di ogni fiore
come l’amor ti inebria e ti confonde
risveglia i sentimenti in ogni cuore.
E’ il dono che ogni giorno la natura
espone al mondo, l’essenza del creato:
i sogni, i desideri, l’angoscia e la
paura,
spuntano là dall’ombra del passato.
I Pescatori
C’è movimento al
porto. E’ mezzanotte.
Il mare è calmo,
appena si muovon l’onde
le barche in tutta fretta,
scivolan nella notte
escono dalla rada
silenziose, la nebbia le nasconde.
Solo un brusio
lontano, riportato dal vento
si sente, e poi
scompare…e poi c’è il vuoto
all’orizzonte un
punto nero, scorre lento
seguito dai gabbiani scompare
nell’ignoto.
C’è movimento al
porto. E’ mezzogiorno.
Il mare è un po’
increspato, soffia il vento.
Eccoli i pescatori fan
ritorno,
hanno gli sguardi stanchi,
ma il cuor contento.
Le onde del
mare
All’orizzonte il mare si confonde
col blu del cielo e l’infinito mondo
lente, concatenate arrivano le onde
spumeggianti s’infrangono là infondo
Portan messaggi, mai letti da nessuno
son piene di incertezze e di speranza
vengono da lontano, spinte dal Dio Nettuno
il pescator le segue, spera nell’abbondanza.
Navigatori, mercanti e avventurieri
le han cavalcate spesso senza meta
affrontando venti, tempeste e bucanieri
per scoprir le bellezze del nostro pianeta.
Belle.. intense... evocative...
RispondiElimina